17 dic 2012

Specter #7 Secundus

Oggi è il mio primo giorno ufficiale da supereroe. Mi chiamo B Port. Volevo essere Black Bolt, ma per forza di cose, sono diventato B Port.
Ho una missione segreta in pratica, una cosa che mi dovrò portare nella tomba: Ho preso il posto di un viaggiatore temporale, devo condurre Mark Tenore, meglio conosciuto come Specter verso il suo destino. So tutto, le gioie, i dolori, i lutti, ma non posso intervenire, e mi devo sempre comportare come se una cosa fosse nuova per me. Anche se sorge una domanda, e se cambiassi il futuro? Potrebbe migliorare?
Nel frattempo me lo sono migliorato da solo, partendo dal costume.
Ho usato un materiale, una specie di polimero che ho trovato in casa, con una B sopra, forse un regalo del B Port originale, la sua eredità. Ma il suo costume era diverso, di molto. Visto che faccio un lavoro per il governo molto importante, dopo il fallimento del programma THOR, mi hanno dato tre mesi di ferie. Tre mesi in cui posso fare del mio meglio come eroe. Salto sui tetti, è una liberazione, capisco molti degli eroi che lo fanno, l'aria sotto la maschera è qualcosa di fantastico. Mi accorgo di qualcosa, sono seguito.
Mi nascondo nell'ombra, ed aspetto. A quando l'evoluzione che mi aveva promesso B Port?
Una figura che vola, la riconosco subito, Birdie.
Birdie, la mia memoria mutante mi aiuta a ricordare ogni cosa di lui. Ex Marines, dotato di una tuta che gli permette di volare, poi si è sottoposto ad un trattamento top secret, che lo ha potenziato fisicamente, quindi ora può lievitare, ha una vista appunto da falco, e fastidiosi artigli alle mani. Utilizza gadget, e soprattutto dei robot tondi o a disco, che lo aiutano nel combattimento. Si presenta come spalla di serie B di Owl, ma sarebbe una bella lotta tra i due. Si ferma su un palazzo, mi cerca.

Io striscio tra le ombre, a quanto pare questo costume si adatta al buio, donandomi un mimetismo perfetto. Striscio, per trovarmi sotto a Birdie, e lo colpisco sul collo con il mio rampino. Lui si spaventa e sfreccia verso l'alto, io rimango attaccato. Cerca di staccarsi da me, e quasi ci riesce, volando storto, facendomi sbattere, ma alla fine si arrende e casca su un tetto, di schiena. Io casco in piedi.
Codardo!
Mi stavi seguendo.
Si, non sei registrato. Ti devo arrestare.
Provaci. 
Scatta in avanti con una velocità pazzesca, evito per un soffio la sua mano artigliata, avrebbe potuto uccidermi. Solo adesso comprendo veramente la situazione nella quale mi sono messo. Non si tratta di maschere e gloria, ma di vita o di morte. Voglio giocare al gioco del falco. Mi butto di sotto, lui mi segue, è più veloce di me, ma il mio planare a foglia mi aiuta a non fargli prendere una buona mira. E mi nascondo di nuovo nell'ombra di qualche palazzo. Lui mi cerca, manda anche i suoi artefatti, analizzano ed attaccano, ma non possono trovarmi nelle pieghe dell'oscurità. Posso anche andare via. Non sono ai suoi livelli, il mio scopo era quello di farmi notare. Lascio la mia firma sul muro.

Il giorno dopo






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