10 lug 2011

Pazzia, Follia. Ipazia vive.

La follia. La pazzia.
Passo una notte, sento delle urla.
Gente che sclera, che si rifiuta.
Mi sembra di stare qui dentro da mesi, anni.
La mattina stiamo in una sala a giocare a dama. L'inserviente Joe parla continuamente della filosofa Ipazia.
Rimango seduto sulla mia sedia a dondolo. Mi sento nudo.
All'ora di pranzo mangiamo una serie di schifezze. Zuppa d'avena. Acqua. Chi beve l'acqua ai giorni nostri?
Poi abbiamo un'ora d'aria. Conosco un paio di tizi, hanno la mia stessa sensazione. Uno di loro dovrà rimanere un mese, per un problema di salute legato al fumo, la prossima sigaretta lo ucciderebbe. Non sono l'unico che ha partorito un'innaturale paranoia in questo edificio. Poi ogni tanto qualcuno sparisce, certo, finisce la sua permanenza, ma non viene avvisato nessuno, quindi puzza come cosa. Il secondo giorno è stato strano, ci hanno dato nicotina in pasticche, più altre prescritte ad personam. Io nel mio vasino avevo due pasticche di nicotina, un vicodin e due bottoni. Quando ho chiesto spiegazioni due energumeni mi hanno portato in una stanza, picchiato e fatto il bagno con l'idrante.
Il terzo giorno ho preso tre pasticche di nicotina, un vicodin, uno xenical, la testa di un pupazzo lego ed un fagiolo.
Il quarto giorno ai fumatori arrivano le crisi di astinenza. Tutti nervosi.
 Poi un ricoverato si alza, sale su un tavolo ed urla.
E' pazzia! Follia! Dovrebbe esser una cazzo di clinica per il fumo, ci trattate da malati mentali! Ci picchiate, ricattate! Ho mangiato un cazzo di scarafaggio in mezzo alle medicine! Voi siete dei criminali! Voi... Voi... stiamo indagando su di voi! Ipazia vive!
Copertura saltata, bene. Clint sarà contentissimo. Lo portano via con la forza. Firma una liberatoria e và via.
Mi sento impotente, la mia sola ancora di salvezza è il pensiero di quanto sia ridicola questa situazione. E' il quinto giorno, e mi sembra sia passato il quinto anno. Sul muro vicino alla camera mia, ci stà la scritta Ipazia vive. Post it mi ha messo un foglio nelle chiappe. Non posso aiutarti altrimenti ti scopriranno. Avanti. 
Di notte mi sveglio sudato, l'angoscia mi divora.
Sesto giorno.
Lo noto solo adesso, o forse sono cambiate le stanze, ma sono imbottite. Due pazienti hanno la camicia di forza. Poi, ci convocano in una sala, per fumare. Tutti fumano, anche io, ma il mio corpo mi avverte di buttarla. Tutti tossiscono, tutti si sentono male. Ma tutti devono finire un pacchetto oggi. Stiamo tre ore circa a fumare. Qualcuno ricoverato.
Settimo giorno.
Cazzo. Oggi in mezzo alle pasticche ci stava anche una puntina da disegno. Poi abbiamo fumato, oggi per cinque ore di fila. Tabacco avvelenato forse. Da fuori posso dire che hanno metodi duri, ma efficenti. Da dentro, che voglio morire.
[Continua...]
 

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