Manca l'alchimia tra noi due.

New York. Mi è mancata.

Salto sui tetti, corro, salto ancora e mi rotolo.

Tornare nella mia città è entusiasmante, mi mancava veramente. Ma i problemi stanno sempre dietro ogni angolo. O lampione.

Le mie mani toccano il ferro, che però si trasforma in qualcosa di diverso. Cotone?

Casco male. Osso sacro, porca troia.

Mi alzo reggendomi il culo.

Davanti a me, una persona. Uno zingaro? Ride.

Ma che cazzo ti ridi? Mortacci tua.

Lui ride ancora, poi l'asfalto sotto i miei piedi, diventa gomma fusa, esco subito.

Io sono l'Alchimista!

Ma tutti con queste entrate da film di serie B.

Corre verso di me, zoppicante. Potrebbe essere mio padre.

Tenta di colpirmi con un pugno, ma lo evito. Però il mio trench diventa di legno, rimango incastrato e lui mi prende a calci sulle palle. Non posso neanche elettrizzarlo, stanco come sono.

Mi dà un paio di sprangate in bocca, con una mazza là vicino, poi i miei pantaloni diventano di ferro. Questo maledetto cambia o scambia i materiali. Rimango incastrato.

Ma chi cazzo sei?

Mi avevano suggerito una risposta... una cosa simile ad amico di amici di Volker, o una cazzata simile. Ma diciamo che sono un bravo ragazzo pagato per ammazzarti. Tanto te la conosci la storie delle nano cose, elettro cazzi, no?

Si, i naniti di gesso...

Ecco, quelli.

Devo prendere tempo. Houdinì era bravissimo ad uscire dalle catene, io ho imparato dal migliore. No, un mio amichetto d'infanzia riusciva ad allacciarsi le scarpe con due dita. Io mi limito a spezzarmi le braccia ed uscire in modo violento, per tirargli la mia giacca in legno in faccia, che però diventa d'acqua.

Non puoi colpirmi, capisci?

Faccio lo stesso giochetto con le gambe,  cerco di ricolpirlo e mi trasforma i calzini in asfalto, così mi rende il gioco difficile. Stavolta lo colpisco per bene in faccia e lui casca. Per fortuna non modifica la carne o le ossa. Mi allontano, senza fare nulla. Non lo colpisco, non lo insulto, non lo uccido, non gli piscio in faccia. Troppo stanco. Buonanotte.