[Capitolo ispirato ai racconti di Bukowski]
Cammino vicino al muro.
Schifo. Una serie di esseri umani e nessuna persona.
Donne sul marciapiede che la danno per comprarsi la lacca, camionisti svuotati dalla moglie vipera che offrono denaro in cambio di lascivi piaceri fisici.
Un coglione incravattato nella sua corvette nera con i vetri oscurati si avvicina guardingo ad una ragazza. Noto il segno della fede sul suo dito. Si sente in colpa.
Tutti scarafaggi. Banchieri, avvocati. Scarafaggi con l'abito e la 24 ore. Politici, ragionieri, fruttivendoli.
Probabilmente la sua mogliettina mangia cervelli e succhia cazzi non gli basta. Quanto sborserà?
Ho una bassa opinione della società umana. A volte penso veramente di alcolizzarmi per sopportare tutto, ma sono astemio, il sapore degli alcolici mi disgusta.
L'umanità si consuma lentamente in questa zona. Little Venice. Gente disperata, che accetta la morte quando non ha un posto dove dormire. Lo schifo.
Mi gira la testa. Odore di vomito nei vicoli. Troverò un morto ammazzato con un sigaro vicino?
Che gente di merda. Se non fosse per loro, starei a scrivere un libro.
Quasi mi tormento, vedendo il capolinea della società umana a pochi passa da me.
Mi fermo ad una cabina telefonica. Non ho gli spicci.
Vado verso un vicolo. Uno spacciatore che vende eroina ad un ragazzo. Aspetto che se ne vada. Con una mossa veloce, tiro un pugno in faccia al ragazzo, gli inetto la roba nella giugulare e poi gli spezzo l'ago. Voleva la morte? Eccola. Non ho mai pensato che la colpa sia solo degli spacciatori.
Poi vado dallo spacciatore e gli cavo gli occhi. Dopo gli frego i soldi. Con una monetina chiamo Creed.
Novità vecchio?
Abbiamo qualcosa.
Arrivo.
Lascio i soldi dello spacciatore, circa mille dollari, dentro la casa di una donna di quarant'anni che batte. La minaccio di prendersi cura di suo figlio e di trovarsi un lavoro. Altrimenti la ritroverò.
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