2 apr 2011

L'odio

Sono un'essere tenuto in piedi dalla sola rabbia ed odio. Ora è giorno, non posso andare alla ricerca di Scarface.
Esco per andare a mangiare, ho bisogno di energia. Prima fermata, KFC. Ordino il Double Down. Un panino con bacon, salse, formaggio e fettina di pollo. Al posto del pane, ha due petti di pollo fritti. Poi vado a al supermarket a comprare provviste. Mentre compro bacon, carne, uova e quant'altro, noto la tragedia negli occhi dei maschi che cerca di fare la spesa, nei loro occhi leggo "ansia", "paura", "lo sgrassatore con effetto limone o brillantante?", "dubbio", "Che cazzo è lo scrocchiarollo per le fave?" , "mi voglio ribellare", "panico". Quasi sorrido. Esco, e vado a farmi un giro, per schiarirmi le idee. 
Non voglio avere un vero piano, voglio improvvisare. Voglio sentire il pericolo che mi sfiora, la morte che mi accarezza. Voglio sentirmi vuoto dopo aver rotto e poi ucciso qualcuno. Voglio sentire il rumore di ossa rotte, per poi camminare come un piccolo Olandese Volante, Ebreo Errante, e navigare come la Caleuche per qualche ora. 
Il mio giretto turistico finisce alle sette di sera. Mi metto la maschera, e corro sui tetti. La rapina fallita sicuramente non gli è andata a genio. Salto e corro come non ho mai fatto in vita mia, finché non trovo movimento nella zona di Little Venice. Divertente, qui ci siamo incontrati la prima volta.
Sta' solo. Figlio di troia. Mi tuffo dal tetto, aprendo le braccia come una gigantesca aquila.
Lo faccio spesso, da quando l'ho visto fare in un videogioco.
E dalle mie ascelle spunta una membrana, che mi permette di cadere con una direzione precisa. Lo colpisco di testa, sulla testa. Io mi sfracello, dopotutto erano dieci piani. Lui vola di qualche metro. Ci mettiamo entrambi qualche minuto per alzarci. Rido. Lui ha un buco in testa. 
Lui mi guarda stupito. Certo, non collega le cose, non ha visto B.Port morire. 
Non mi diverti più. Mi perseguiti troppo. Tu non sai cosa ho perso ieri, erano milioni di dollari!
Bene.
Parto in quarta, ed inizio a martoriarlo. E non solo con i pugni. Mi sono portato qualche attrezzo. Le armi della Volpe. A quanto pare funzionano. Gli bucano la sua pelle sintetica, lo fanno piegare. Intanto arrivano i suoi sottoposti. Ma non intervengono. Guardano, osservano, bisbigliano. Hanno paura. Poi arriva anche la polizia, che si accosta ai gangster, per osservare. Guardano dai palazzi. Lo sto' distruggendo. Ho le mani sporche di sangue ed olio di motore.
Lui non riesce a reagire. La mia pelle brucia al contatto, è rossastra. E lo ricolpisco, questa volta non brucio, esplodo. Ogni mio pugno crea una mini esplosione che lo sposta. Poi ritornano normali, ma quattro tentacoli metallici mi escono dalla schiena, e mi danno man forte. Lo picchio, lo ripicchio. Più demolito di così non si può. Gli ho staccato un braccio, elettrificato, bruciato tutti i capelli, e da come si muove gli ho disattivato l'occhio. 
Ansima. Respira a fatica. Ma mi guarda con odio. Si rialza, barcollando. Impugna un fucile automatico, mi spara. Rimango in piedi, attendo la sua prossima mossa. Stavolta un fucile a pompa. Ma rimango in piedi. Lui barcolla un po', poi ricade.
Ma ride.
Uccidimi... Uccidimi! Davanti a tutti, fallo!
Non ti ucciderò!
Perché ho vinto, perché sei un debole! Tutti qua vedono come io vincerò sempre!
Ti sbagli, Scarface. Ho appena vinto io, tu hai perso. Qua tutti hanno visto come anche tu puoi barcollare. Come anche tu puoi sanguinare. Come puoi stare a terra. Qui hanno capito tutti, che tu non sei nessuno. Per questo non ti ucciderò.
Mi guardo in giro. Qualche applauso. Alcuni gangster vanno via, lasciando il loro capo a terra. La polizia mi applaude, non possono portarlo via per mancanza di prove, ma sanno chi è. Vado via, seguito dagli applausi. Dal tetto vedo  solo quattro persone che lo aiutano. Ho vinto, e tutti lo sanno.

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