7 mar 2011

Il Dolore

(Storia & Foto: Mars)
Correvo sopra i tetti, e poi è successo tutto.
Sono stato investito prima da una raffica di proiettili leggeri, che mi hanno fatto perdere l'equilibrio. Cascando, un razzo mi ha colpito in pieno petto, scarnificandomi la gabbia toracica. Poi dei proiettili pesanti mi tranciano la gamba. Casco sull'asfalto, ma un pugno mi fa fare circa un centinaio di metri in aria, prima di sbattere sulla fiancata di una macchina, distruggendola.
Ma ora è diverso. Il mio sangue bianco esce da ogni poro della pelle. Sono sospeso a mezz'aria, e questo stronzo ride.
Questa mattina era diverso. Mi sono svegliato a mezzogiorno, e per sbrigarmi ho mangiato solo un pollo arrosto e due carciofi. Dopo sono uscito, e mi sono accorto che non mi dovevo sbrigare per niente, visto che non avevo appuntamenti.
In ogni caso, la vita di Mark Tenore non è così interessante. La sera sono andato al concerto dei Bon Jovi, una serata gratuita, dopo essermi visto in anteprima Lo Squalo 6, su un canale piratato sul computer.
In ogni caso, sono andato a fare la mia solita ronda. Dopo aver visto, e poi fermato due tizi che stavano violentando una, mi sono dilettato a torturarli. In quel momento, un razzo mi ha spappolato la testa.
Come difesa, il mio corpo ha fatto una beata minchia, quindi mi sono ritrovato senza costume (ovvero senza maschera) in qualche parte del deserto Australiano. Legato ad una sedia, con questa armatura gigantesca con un tizio dentro. Per prima cosa, trasformo le braccia in lame, per slegarmi. Poi mi parla.
Diciamoci la verità, ti ho fregato eh?
Si leva il casco. Un tizio dalla faccia comunissima, sembra un Hippie strafattissimo. Ha il pizzetto lungo.
Un barbone forse. Continua a parlare.
Cazzo. Tu hai tutta quella roba tecnologica nel sangue, e ti limiti a salvare le zoccole stuprate? Guardami! Loro mi hanno dato questa armatura! Più altre chicche! Con la condizionale, che devo battere l'uomo imbattibile. Come la vedi?
Si avvicina a me, e mi punta il suo cannone sul viso. Io scatto in avanti, con il tentativo di colpirlo in faccia. E ce la faccio. Fà un bel volo indietro, ma si rialza, vola, ha tipo dei razzetti sotto i piedi. Poi inizia a spararmi, vedo tutti i suoi gadget.
Un braccio gigantesco, con un cannone sopra, ed una serie di spuntoni che escono a comando. Razzetti alle gambe, ma anche lanciafiamme volendo. Un casco durissimo. L'altro braccio si allunga, ed ha due canne, colpi leggeri e pesanti. Più una mano che saluta.
Mi cade addosso con tutto il suo peso, fratturandomi qualche osso, io lo colpisco come posso, ma la sua armatura resiste. Chi mi ha fatto cascare addosso i tecnofregnacci, mi vuole proprio fare il culo. 
La scazzottata continua per qualche ora, ma ha il vantaggio. Un pugno mio non è un cazzo. Ed il mio corpo non si adegua con tanta velocità. Si limita ad indurirsi. Ma la resistenza è uscita fuori a scapito della forza. Ogni colpo mi rompe qualcosa, io cerco di resistere, ma è dura. Poi quando sto per cedere, sento una sorta di scoppio di adrenalina, ed altro. Lo colpisco sul fianco, ed escono scintille. L'armatura si ammacca, e fuma. Ho tipo della dinamite nelle mani, figo. Le sorti si capovolgono, inizio a dargli un serie di pugni, ed ogni colpo è un'esplosione. E dopo cinque minuti, è finita, quasi. Lui è senza armatura, insanguinato. Spinge un bottone, e l'armatura si leva, cadendo a terra. Con la coda dell'occhio, noto come una specie di ratto metallico esce da essa, ed inizia delle riparazioni. Poi guardo il tizio. 
Come ti chiami? Gli domando
Magneton! 
Intendo nella vita reale. Chi sei? 
Spencer Castle.
Ok. Castle succhia.
Mi guarda strano. Scatto in avanti, e lo colpisco. Una sensazione strana, indescrivibile per voi, mi fa capire che la carica "dinamite" sta per finire, ma lo prendo in pieno petto. Forse l'ho ucciso. Forse no. Una paralisi mi colpisce. Galleggio in aria. Spencer in piedi. Con la mano rivolta a me.
Ci stà un motivo se mi chiamo Magneton non pensi? Eh? Il sangue pieno di cosi metallici! Sveglia! 
Ride il figlio di puttana. Il mio sangue sta uscendo da ogni parte del mio corpo, rispondendo ai suoi comandi magnetici. E' un dolore indescrivibile, come una pugnalata ogni centimetro della pelle. Sono sotto al suo completo controllo. Il sangue continua ad uscire. Non ho mai sentito così tanto dolore in vita mia.
Poi, riesco a capire come può finire un supplizio simile. In un solo modo. Chiudo gli occhi. 
Quando li riapro, sono su un tetto. Dal panorama, capisco che sono a Parigi. Mi h salvato il teletrasporto.
Rimango in questa città per una settimana. 

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