27 feb 2011

La caccia

(Storia: Mars - Disegni: Kano, modificato da Mars)
Ho un tremendo mal di testa.
Per farmelo passare, decido di fare una colazione leggera. Cinque tost con sottiletta, fragole e due gamberetti.
La mattina è fredda, pungente. Il mio corpo reagisce e sento la pelle più grassa. Questa volta mi dirigo prima dal Daily Lanter, per altre foto, comprese quelle dei Los Fuertes e degli SS, poi faccio un salto nel mio vecchio studio. Così lo chiamo io. Qui, quando ero aperto, svolgevo la mia professione da detective. Adesso è momentaneamente chiuso, perchè la mia voglia di fare il detective di giorno è momentaneamente chiusa.
In ogni caso, in tasca ho 500$.
Mentre passo davanti ad una vetrina di elettrodomestici, mi soffermo sul telegiornale.
Dalla prigione di massima sicurezza è sparito il terrorista superumano Fadi Dhaki, chiamato anche Volker.
Simpatico. La tv dice che stava tranquillo nella sua cella, ottimizzata contro la sua superforza, e poi è esploso tutto. Prima di scappare, hanno visto che è diventato bianco, ed ha pronunciato la frase
Vado a Caccia.
Sorrido, quando mi ritrovo in mano un Post it. 
Stai attento, piegati.
Il carissimo Post it. Faccio come dice, mi piego. Un gigantesco coltellone mi sorpassa la schiena, e trincia due persone. Capisco, guarire davanti agli altri, dare spiegazioni, scappare... tutte cose sconvenienti.
Vado a casa, e mi preparo. Mentre salgo sul tetto, lo trovo. Che mi aspetta.
Ti ho fiutato. Sono uscito solo per te.
Sorrido, sotto la maschera, e mi avvicino. Ha la pelle bianca, piena di tatuaggi. Le nocche insanguinate di sangue suo mi suggeriscono che ha dato qualche pugno, di recente.
Scatta all'indietro, e si mette in posizione di guardia. Faccio lo stesso, quando mi accorgo di uno spruzzo bianco che fuori esce dal mio polso, a causa della mancanza della mia mano. Già, ho il sangue bianco. Figo.
Volker scatta in avanti, e tenta di colpirmi con il pugno destro, che schivo con facilità, ma dopo aver contrattaccato, e ricevuto un laser in faccia dalla sua parte di volto metallica, ed un'altra coltellata, capisco che il tizio non và sottovalutato. Innanzitutto, spara laser dagli occhi. Poi, combatto contro lui, e questo suo coltello che vola. 
Ma non avevi anche la superforza?
Cerco di prendere tempo. Ma lui non afferra. La sua lama già stà dentro le mie budella. Cercando di toglierla, mi taglio l'altra mano. Volker corre verso di me, sicuro della morte sul mio collo. Io lo bagno con il mio sangue, lui inizia a rotolarsi a terra. Spara laser a casaccio, ed il coltello perde la presa. Con un calcio ben piazzato, gli stacco la placca metallica dal viso. Nella cavità del suo occhio ha una specie di gemma rossa. Gliela strappo. Quando stò per ucciderlo, mi ricordo dei suoi crimini. Cercava di uccidere gli altri supereroi. Lo lascio in vita. Per mostrargli il suo fallimento. Per ricordargli che è stato battuto, che non è più lui il cacciatore. Volker significa lupo. Ma io sono uno squalo bianco, lui è un cucciolo di chihuahua. E lo lascio in vita per poterlo sconfiggere bene la prossima volta, senza ricorrere al sangue acido.
Non abbiamo finito!
Si alza di scatto. Pieno di bruciature e ferite, ma ha ancora la forza di alzarsi. Attorno a lui, il suo coltello.
Ha una specie di telepatia con quella lama, a giudicare da come vola adesso. Anche il coltello barcolla, non stà più fermo in modo preciso a mezz'aria. Veloce scatta la lama, che si incrina, e poi si spezza, sul mio petto metallico. Volker corre verso di me, cercando di caricarmi come un giocatore di rugby. Si è dimenticato che stiamo su di un grattacielo.
E di nuovo, il wrestling mi aiuta. Spinebuster. Lo prendo per la vita abbracciandolo, vista la momentanea mancanza di mani, mi giro di 180°,  e lo sbatto a terra. Ma l'ultima parte è relativa. Perchè Hogan, nella New Japan Pro Wrestling, sotto il nome di Ichiban, la fà su di un ring. Io semplicemente lo faccio cadere di sotto. Trenta piani. Se sopravvive, mi ritroverà con il suo fiuto. Altrimenti amen. Le mani mi ricresceranno entro un paio d'ore. Quelle tagliate sono già sparite. Evaporate o sciolte.


  

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