30 gen 2012

Esser Creed - Parte 1

 Nota: Il personaggio che parla ha dei pensieri che non rispecchiano ASSOLUTAMENTE l'autore o il blog o il protagonista. Il personaggio è conosciuto per essere razzista, duro e fascista.

La città è una merda della quale sono innamorato.
La sera uno a primo impatto può vedermi incazzato, ma aguzzando gli occhi può vedere come sono sporco di merda vicino alla bocca.
Ormai vivo da solo, sposato al mio lavoro. Mia moglie è andata via. Invece mio figlio...
Mio Figlio.
Ma ormai sono sposato ed innamorato del mio lavoro. New York. In particolare Little Venice, il mio quartiere, non è un quartiere, è un mostro, è un leviatano. Non basta l'amore per un posto, per un lavoro, a volte, qui la fede nel tuo lavoro non sarà testata, sarà il diavolo in persona a strappartela. 

Il mio nome è Clint Creed, mi faccio chiamare Creed. Quasi quarant'anni fa ho giurato che avrei liberato New York dalla morsa del crimine, che avrei salvato Little Venice. Se dovessi prendere la stessa decisione in questi ultimi giorni? Sicuramente me ne starei in qualche posto con tanto sole, come Miami a gestire un bar sulla spiaggia. Volete sapere la verità? Little Venice può bruciare all'inferno.
Oggi mi sono svegliato presto per andare al lavoro, soliti giri per il caffè, poi ramanzina a Jennifer Strast, che è evidente che si scopi Specter, ramanzina a Specter, che mi ammazza anche gli spacciatori, non facendoci arrivare alla fonte, e varie cose.
Le domande che ricevo ogni giorno sono "Hai mai sparato a qualcuno?" "Ti hanno mai sparato?""Conosci Wolf?""Conosci Specter?""Conosci Red Fox?""Conosci la patria?""Vuoi un caffè?", ed a tutte rispondo sempre SI.
Nella notte vengo svegliato dal telefono. A quest'ora solo i negri chiamano. Non sono razzista. In questa città il 60% dei crimini è fatto da gangstar, il 2% da supercriminali, il 38% da gang. E loro stanno ovunque.
Creed!
Clint, sono Roger.
Roger Parlosky, polacco di merda. Il mio migliore amico. Ci conosciamo da circa cinquantacinque anni, lavora come detective privato.
Clint, ti devo mostrare una cosa.
Dimmi.
Te la devo mostrare.
Aspettami senza bere troppe birre.
Sono allo zoo.
Mi vesto e vado verso lo zoo. Odio lo zoo, stà a kilometri da New York, bisogna passare attraverso Agony City, che una volta era un semplice quartiere, ora invece è una specie di micro-stato, o una nuova città. Fatto stà che il governo di New York si è trasferito là.
Metto la radio a volume alto, Willy Deville. The Mountains Of Manhattan. 
Arrivo in mezz'ora, e Roger mi accoglie con una parlantina molto lunga.
... e quindi, verso le sei di sera, dopo la chiusura, hanno aperto le gabbie. Solo degli animali erbivori. Il Sindaco è infastidito perché dovevano arrivare dei consoli di qualche paese terrorista in visita questa settimana. Quale doveva essere la loro prima sosta? 
Lo zoo. Roger, che cazzo, capisco la politica della quale non mi frega un cazzo, ma che cazzo, qui è al massimo crudeltà verso dei fottuti animali del cazzo. Ed aggiungo che una metà forse l'ho pure mangiata, che cazzo.
Si, il ristorante sulla tredicesima. Bufalo, ottimo. In ogni caso, non interrompermi yankee di merda. Le gabbie sono tutte automatiche ok? Sono controllate da un computer, il che vuol dire che qualcuno è entrato dopo la chiusura.
Intanto ci dirigiamo verso la sala computer. Gli altri poliziotti ci lasciano da soli. Lasciano anche caffè e ciambelle.
Quindi il sindaco ha mandato me e qualche collega a controllare i filmati di sorveglianza. A vedere se troviamo qualcuno di sospetto verso la chiusura ok? Guarda chi ho visto.
...
Clint? Clint...
Joe Creed
  Tra i vari tizi a guardare le gabbie, mi figlio, Joe. Joe Creed. Mi ricordo ancora la scena di quindici anni fa, nella baita. Fuori piove, e noto una macchia di sangue sulle scale, salgo e vedo il pavimento della camera di Joe sporco di sangue, le tracce che conducono verso l'armadio. Estraggo la pistola. Anzi, non era una pistola. Era un AK47.
Mostrati! Joe? Joe? Joe, che cosa hai fatto?
Mio figlio seduto a terra, io che continuo a chiedergli che cosa ha fatto. Una cazzo di zebra in corsa mi riporta al presente. Ormai il sonno è andato, mi dirigo verso un locale qui vicino. Ci suona Mark Tenore, al piano bar, dicono che sia bravo. Prima giornalista, ora pianista e cantante. Mi siedo, mentre Mark intona "Hit The Road Jack" di Ray Charles, ma in chiave blues.
Joe è tornato? Non ne sono sicuro. Che ho? Un filmato di un secondo dello zoo, a bassa risoluzione. Possibilità che sia lui, 30%. Ma credo che sia lui, lo credo e non voglio. Dovrei far sapere alla mia ex che lo stò cercando, ma per cosa? Per farla preoccupare? Lo cerco, tenere d'occhio le persone è la mia specialità. La cameriera messicana, la riconosco dai baffi, mi porta hamburger e coca cola. Offerti da Tenore. Lo saluto con un cenno della mano. Ora lo riconosco, era un poliziotto e detective privato una volta. Dicevo, lo vorrei trovare, ma ogni volta che credo di avere qualcosa su Joe, lui sparisce, è furbo ed astuto. E' un cazzo di assassino. Non l'ho mai voluto ammettere. Era piccolo, non ci sono mai state prove. Sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato, cose brutte, coincidenze. Una volta mia moglie aveva gli incubi. Sognava Joe che la guardava ridendo, mentre giocava con il fischietto di Sarah.
Mi distraggo un minuto nei miei pensieri, apposta per vedere Joe seduto al mio tavolo.
Ciao Papone.
Joe...
Non sono qui per farti inverforare.
Sei passato solo per liberare delle fottutissime zebre.
Non ti seguo.
Ti ho visto nel fottutissimo video dello zoo. Me ne vado. 
Aspetta papà, dammi due minuti.
Alza il braccio per fermarmi, macchia rossa sulla maglietta.
Mi siedo.
Che hai sulla maglietta?
E' sangue. Ho ucciso la cameriera mentre mangiavi il tuo hamburger. Ho nascosto la testa nel water del bagno degli uomini.
Una fitta alla milza. Guardo verso il bagno.
Scherzavo, è ketchup. Non sono bravo a scherzare.
Sei un coglione di merda.
Sono venuto a dire che mi dispiace per la sofferenza che ho causato a te e mamma.
Ti dispace.
Non farò finta di essere una bella persona. Ho fatto male a delle persone? Si. Ho fatto cattive azioni...
Cattive azioni? Hai torturato quattro ragazzi solo perché ti prendevano in giro in classe. E quelle che hai quasi bruciato vive all'orfanotrofio del New Jersey? Cattive azioni? E Sarah? Io...
Non ho mai fatto male a Sarah.
Si? Tua madre la pensava diversamente, pensa che tu sia solo un killer del cazzo. Un serial Killer, anzi. 
Mamma ha idee sue. Papà, sono una cattiva persona ed ho fatto del male, ma non ho mai ucciso. Un anno fa ero ad El Paso. Stavo facendo uno spuntino e sono entrati cinque tizi ubriachi. Mi davano fastidio, mi hanno spintonato, sputato nel piatto di tacos. Hanno pensato che fosse divertente. Ho sopportato, pensavo fosse un test. Poi ha anche pensato a quanto potesse esser divertente usare le loro budella come lazo e catturare dei cavalli. 
Che hai fatto Joe...
Ho pensato che sarebbe stato meglio lasciarli andare, ma mentre pensavo a questo, ho rubato il documento di uno. Sai che risate nel trucidare la sua famiglia?
Uno sguardo al bagno degli uomini. Esce acqua da sotto la porta.
Joe?
Quella sera sono andato a casa di uno di loro.
Che cosa hai fatto?
Niente, sono arrivato e sono andato via. La mattina dopo sono andato in un grazioso istituto psichiatrico, ero stanco papò. Ho parlato con i dottori, è stato l'inizio di una cosa nuova.
Inizio di cosa?
Di questo miglioramento. Sono psicopatico e psicolabile.
Joe...
No, non è un brutto insulto, è una diagnosi clinica, ho l'amigdala danneggiata. E' una parte del cervello che interpreta i sengali del mondo esterno. Adesso prendo questa medicina.
Mi mostra una scatola.
La prendo da otto mesi, ogni tanto ho degli scatti d'ira, ma non ho fatto nulla. 
Che cosa mi stai chiedendo?
Starò in città per qualche settimana. Tu pensa solo a stare tranquillo, ciao papocchio.
Joe và via. L'acqua continua ad uscire velocemente dalla porta del bagno. Mi avvio verso il bagno. Nessuna testa. Solo rubinetti aperti. Un simpatico scherzetto. Pezzo di merda.
 


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