11 dic 2011

Feticismo - Parte 3

Jennifer, vestita con quella divisa è splendida. Me la immagino con qualche piccola modifica.
Sei stranamente in silenzio.
Quanto manca alla stazione di polizia?

Due minuti.
Dormo.
Fammi capire, mangi, picchi, scopi e dormi?
A volte guardo la tv.
Fa una specie di curva alla cazzo di cane, tanto per svegliarmi, che simpatica.
Quando arriviamo, ci fanno accomodare in una sala degli interrogatori, sanno chi sono, ma vogliono prima finire le cose loro. Io e Jessica ci abbandoniamo alla passione, mi piace quando una donna ti fa capire che le piaci, non come quelle bastarde che pure se te le sposi vogliono ancora sentirsi corteggiate e menate varie.
Finiamo ed andiamo dai due sospettati. Tutti e due rilasciati, sembrano normali. Poi uno alza la mano.
Tu sei?
Samuel Lorca. Lei è Specter vero?
Si.
E lei invece, un'altra supereroina?
No, Agente Strast.
Grazie.
Io e Jennifer ci allontaniamo. La vedo silenziosa, stranamente silenziosa.
Che hai?
Non saprei. Questa sensazione, di impotenza. Poi quell'incubo col demonio, i corpi di quelle ragazze... mi sento... vulnerabile. Non saprei descrivermi.
Una persona con un minimo di sensibilità la abbraccerebbe, la consolerebbe, la ferebbe sentire forte. Io non sono così, vado a prendermi una bibita. Poi quasi mi soffoco con un post it.
Ma ti pare il modo? Ora è neanche si capisce.
Non è facile fermare il continum temporale sai? Se sbaglio di una virgola abbatto palazzi. Ed allegato a questo post it, un pezzo di carta. Ho finito i post it, devo rifornirmi in cancelleria. Oh, sul corpo della zoccola morta ci saranno le impronte di Samuel.
Finisco di bere la coca, poi vado da Jennifer.
Jennifer, ma chi minchia è Samuel?
E' quello che ci ha chiesto chi siamo.
Porca troia, è lui che ha ammazzato la zoccola!
Ma che cazzo!
Corriamo fuori, è andato.
Ho il dossier, vado verso casa sua, tu vai verso casa della madre a Middlesex!
Mi dirigo verso casa, Jennifer se la sà cavare. Corro verso casa sua, abita a due minuti dalla centrale di polizia. Sfondo la porta, ma non c'è nessuno. Una lettera di licenziamento, agenzia funebre. Li chiamo e chiedo spiegazioni, rispondono che hanno beccato Samuel che tagliava i capelli alle ragazze morte.
Mentre leggo il suo fascicolo, mi torna tutto. Il suo profilo è quello del classico serial killer sociopatico, quello che molti definiscono l'impersonificazione del male. Mentre cerco qualcosa da bere, apro il frigo. Un dito femminile dentro. QUesto ha problemi seri, altro che Magneton.
Chiamo Jennifer, risponde ma non sento nulla. 
Post it, è ora che tu vada oltre a piccoli indizi.
Compare una scritta sul muro, che devo fare?
Trovami Jennifer.

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