24 ago 2011

Tremori.

Delle botte mi svegliano. Sono l'unico a non essersi accorto che la città naviga dentro la merda.
Clint mi guarda dall'alto in basso.
Mica si può sempre vincere.
Mi ha aperto in due.
Tranquillo, nessuno si aspetta nulla da te.
In che senso?
Mi alzo, barcollo. Mi sistemo l'abito.
Quello è il nostro lavoro, tu ci fai un favore e ti ringraziamo. Ma nessuno dirà mai che sei uno stronzo, infame e debole. Sei la vicina che presta lo zucchero.
Capisco. E se mi finisce lo zucchero, non mi chiami troia, esatto?
Esatto. Dimmi, come ti senti adesso?
Meglio.
Uno che si chiama Chester e che genera vibrazioni, ti ispira? 
Si.
Stà a Venice Plaza, dietro la casa del defunto Scarface. Tu lì le cose le conosci meglio.
Ci vado a piedi. Chester. Non sà dove si è ficcato, in quale casino.
Little  Venice. Non faccio ronde da tanto. Ex membri della gang di Scarface, altre gang. Dovrei venire con Red Fox a dare una bella risistemata.
Poi vedo Chester. Poi la mano su una macchina, una piccola scarica elettrica, e la macchina di demolisce da sola. Sarà divertente. Lo spettacolo intendo.
Non si accorge di esser morto. Circondato da una quarantina di ragazzi, tutti con i fucili.
Chi cazzo sei? Chiedono i ragazzi.
Chester. Voi siete i vigilanti di quartiere? Ebbene, andate via...
Indica un ragazzo, che si piega, e poi esplode. Mica male questo potere. Chester ride. Viene fucilato. Crivellato di proiettili, è la presa in giro del formaggio con i buchi. Io vado da Clint.



 

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